venerdì 25 maggio 2012

PARLANDO DI RICORDI


PARLANDO DI RICORDI
di Magda Tamborini

- Guarda Andrea, guarda che bel panorama!
- Sì nonna, è vero, un gran bel panoramino!
La signora Andreina guardava quella valle con un'aria dolce e serena, di ricordi di ragazza:  amore, sogni e speranze.
Andrea stava lì con sua nonna, in mezzo alla neve e alla gente che guardava con occhi stupiti il tramonto dal punto più alto del Mottarone, su in cima all'ultimo skilift.
Andreina si girò e vide un ragazzo dalla pelle color neve, gli occhi color del mare e i capelli color del sole; ebbe un tracollo, si ricordò cos'era successo.
Tornò in un istante a quell'estate del 1981, a quegli occhi, a quelle labbra. Eccola là 30 anni prima  con Marco  suo marito, quand'erano giovani e spensierati. Andreina era bella, era andata con i suoi genitori nella sua casa delle vacanze a  Coiromonte dove c'era la sorgente del fiumiciattolo "Agogna". Marco era uno splendido ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi, vestito da trekking stava facendo una delle sue passeggiate con il CAI. Era lì, fermo che beveva alla sorgente della fonte da cui lei di solito attingeva l'acqua, infatti anche quel giorno aveva un grande secchio in mano. Si diresse verso la sorgente, si chinò e prese l'acqua, si girò distrattamente e, presa dall'emozione del momento, scivolò nel torrente. 
Marco accorse in suo aiuto, le porse la mano, la tirò su, le guardò negli occhi e le chiese: "stai bene?", lei assorta da quei magnifici occhi verdi non riuscì a rispondere e per qualche secondo rimase imbambolata, poi, balbettando, un po' per il freddo e un po' per l'imbarazzo, disse la solita frase di cortesia: "sì, grazie mille, non so come ringraziarla!" Il giovane la guardò con una sguardo affabile e rispose: "non ti preoccupare l'importante è che tu stia bene!"
Tutto finì così in un salvataggio, in uno scambio veloce ma riconoscente nelle parole.
Andreina non ebbe notizie di quel giovane fino a due anni dopo, l'estate del 1983 quando stava camminando distrattamente per il paese di Armeno con in mano un cesto col pane, guardando il cielo, azzurro e nitido, stupendo. Sbandò e finì dritta dritta contro un uomo che passava, si tirò su velocemente, piena d'imbarazzo; il giovane le chiese: "scusa, non ti avevo vista.", lei disse frettolosa: "no, scusa tu, ero distratta". Il ragazzo si chinò per aiutarla. Raccattarono i panini sparsi per il viale, si alzarono, insieme, un istante, un incrociarsi di sguardi confusi: quegli occhi, le si gelò il sangue, lo riconobbe! Era lui, il ragazzo che due anni prima l'aveva salvata dalla caduta nella Agogna! Arrossì: "ci conosciamo. Due anni fa, nella Agogna, ci ero finita dentro!" lui sorrise e disse: "pensavo non mi avessi riconosciuto, non volevo farti imbarazzare!". Si guardarono, chinarono la testa. Lui disse una cosa improbabile, assurda per lei: "Vieni con me, in cima: questo è destino e il destino deve essere aiutato!". Andreina fu colta da un attimo di follia e accettò. Salirono su per la montagna, Lucciago, la chiesetta, la cima, la Baita Omegna, si sedettero e guardarono il panorama; quel panorama magnifico, speciale e semplice, quel panorama che sarebbe rimasto sempre impresso.

"Perché piangi nonna?"-"Perché mi ricordo l'amore vero!". Andrea non capì, guardò la nonna con un'aria perplessa. Lei aggiunse :"è una di quelle cose che capirai tra un po'."
La donna sorrise, si asciugò le lacrime, si girò e trovò ancora quegli occhi verde smeraldo, con lo stesso fascino con cui l'avevano fatta innamorare 30 anni prima.

Ispirato al Mottarone, al suo panorama, alla sorgente dell'Agogna, agli alpeggi: dai ricordi di M.G. Cereda

Nessun commento:

Posta un commento